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Le mie opere

  • Immagine del redattore: Giuseppe Amato
    Giuseppe Amato
  • 25 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 24 mar










SOGNANDO DI TE

 

Non dormo,

avvolto nel tuo silenzio,

il cui termine

è ancora lontano.

Indugio, ancora.

Mi nascondo;

anche a me stesso.

Mi penso.

Mi scopro incompleto.

Mi cerco,

nel silenzio.

Il tempo sta finendo.

È tardi.

È tardi per fare spazio al tuo respiro.

Per coprirmi del tuo calore.

Per sincronizzarmi ai battiti

del tuo cuore

e provare il brivido

di una loro impercettibile attesa.

Se domani mi riaddormentassi

e tu svanissi,

di nuovo,

allo schiudersi dei miei occhi.


© 2024. Tutti i diritti riservati. Poesia soggetta a copyright.


 


COMMENTO DELL’AUTORE

 

Non dormo,

avvolto nel tuo silenzio,

il cui termine

è ancora lontano.

È notte, durante il sonno il nostro cervello è attivo e privo dei limiti che la nostra ragione ci impone.

Indugio, ancora.

Durante i sogni a volte vengono elaborati desideri, paure, ricordi…e il protagonista del componimento indugia volutamente in questo stato di ‘silenzio della ragione’.

Mi nascondo;

anche a me stesso.

Per perdersi in un mondo aldilà delle motivazioni della sua ragione.

Mi penso.

Cerca di scoprire il suo vero volto, al di là dell’autoinganno della sua mente, che quando vigile

gli propone un’immagine di sé non completamente aderente alle sue verità di cui non evidentemente non è pronto ad accettare per intero l’essenza.

Mi scopro incompleto.

Al di là del filtro della ragione riesce a raggiungere parte di queste verità che mostrano tutta la loro crudità fatta di debolezze nascoste e desideri non appagati.

Mi cerco,

nel silenzio.

Privo della sua armatura di ragionamenti e autoinganni, cerca di capire questo nuovo sé, in parte sconosciuto.

Il tempo sta finendo.

La mattina si appresta ad arrivare e con essa il rumore di un mondo che nasconde.

È tardi.

È tardi per fare spazio al tuo respiro.

Per coprirmi del tuo calore.

Per sincronizzarmi ai battiti

del tuo cuore

e provare il brivido

di una loro impercettibile attesa.

Al termine di questa ricerca sembra trovare un'altra persona che sente indispensabile alla propria esistenza.

Se domani mi riaddormentassi

e tu svanissi,

di nuovo,

allo schiudersi dei miei occhi.

È ne sente il pericolo della dimenticanza al mattino con il risveglio, come tutti i sogni che ci attraversano la mente per un attimo come lontani ricordi.

Ebbene, questa persona che in un primo momento potrebbe pensarsi l’amata altro non è che il suo vero sé.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Immagine del redattore: Giuseppe Amato
    Giuseppe Amato
  • 24 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 24 mar






DISPONIBILE ESCLUSIVAMENTE SU AMAZON



PREFAZIONE


In copertina è rappresentato un mazzo di fiori stilizzato.

Come ciascuno dei fiori che lo compone le poesie che seguono.

Esse tratteggiano delle emozioni non definendone volutamente i dettagli.

Come fiori la loro forma è piacevole.

Come fiori il loro incontro lascia una nota sensoriale che permane per alcuni istanti.

Il loro insieme tratteggia un disegno emotivo che prende forma man mano che ci si addentra nella lettura.

Alla fine della lettura lasciano come una scia di profumo, il profumo di un’anima.

Una singola anima, con un trascorso di vita ben preciso che si snoda in un luogo e un tempo ben definito.

Il luogo è identificabile già dal titolo di alcune delle poesie contenute nella raccolta ed è la Sicilia.

L’anima è quella particolare dell’autore.

 

A differenza delle raccolte precedenti, in questa si delinea in maniera più marcata il contributo del particolare contesto socio-culturale nel quale l’autore è nato e cresciuto.

Le emozioni, a tratti, lasciano il posto alla razionalità delle riflessioni.

In alcune delle composizioni all’interno della raccolta viene infatti lasciato spazio ad una personale analisi della realtà che circonda l’autore.

Egli lascia in parte il proprio mondo interiore emotivo per intraprendere un’esplorazione razionale del mondo che lo circonda.

Questo passaggio delinea una maggiore apertura dell’autore al mondo che lo circonda.

Infatti segna lo spostamento della sua attenzione, inizialmente rivolta esclusivamente a sé stesso, al mondo che lo circonda.

Ne sono testimonianza le poesie ‘ Picciriddi’, ‘Li cunigghia’, ‘Amore sotto il vulcano’, ‘Stelle su Catania’, …, ecc.

Il paesaggio tratteggiato non è idilliaco e rappresenta parte del malessere che ha caratterizzato la vita dell’autore.

In questa raccolta l’autore inizia un percorso di analisi del proprio malessere interiore alla luce delle esperienze vissute, inquadrandole però nel particolare contesto in cui si sono realizzate.

Un percorso solo appena iniziato però che viene lasciato volutamente in sospeso, non conclusivo.

Vengono identificati e messi in evidenza alcuni aspetti della realtà che lo hanno portato, tra l’atro, ad una mancata integrazione.

Non vi è però una conclusione e quindi una svolta personale ed anche sociale, qualora vi fosse una volontà di revisione critica in tal senso.

‘Il profumo dell’anima’ rappresenta quindi l’inizio di un dialogo.

Un dialogo senza veli, premessa indispensabile ad ogni cambiamento.

Ecco che il percorso iniziato con ‘Pizzini da un cuore affranto. L’addio’ e continuato con ‘Sul finire dell’autunno’ si completa di un ulteriore tassello nella direzione dell’inquadramento del malessere personale dell’autore.

Malessere personale che in parte viene fatto coincidere con un malessere comune, strisciante, della società cui fa parte l’autore.

E che quindi non può non riguardare l’autore stesso.

L’autore in buona sostanza guardando fuori da sé vede pezzetti di sé riflessi.

Scoprendosi quindi parte inscindibile di una realtà più grande precedentemente rifiutata.

Questa raccolta rappresenta il tentativo dell’autore di mettere insieme, come nell’armonia di un mazzo di fiori, tutti gli elementi per la risoluzione del proprio malessere interiore.

Una ricerca personale quindi, ma in cui, a tratti, il lettore può rivedersi.


  • Immagine del redattore: Giuseppe Amato
    Giuseppe Amato
  • 24 gen
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 24 mar






DISPONIBILE SU AMAZON


PREFAZIONE

Questa seconda raccolta segue quella edita da Albatros il filo intitolata: ‘Pizzini da un cuore affranto. L’addio’, sempre dello stesso autore.

È una raccolta in cui le emozioni espresse hanno una carica emotiva meno dirompente ma non per questo un inferiore capacità di penetrazione dell’animo.

La maggiore intellegibilità data a questi componimenti e la loro maggiore delicatezza ne rendono il contenuto più pervasivo e per questo paradossalmente di maggiore effetto emotivo.

C’è meno bisogno, rispetto alla prima raccolta, della guida dell’autore per intraprendere un viaggio attraverso le diverse sfumature del disegno del proprio mondo interiore.

Di una poesia, come ormai usanza dell’autore, c’è una chiave di lettura: quella utilizzata dall’autore in chiave di stesura.

Questo per meglio comprendere come nascono nella mente del compositore i “disegni emotivi” appena abbozzati nella presente raccolta.

Abbozzati e non completamente finiti nella loro essenza per dare la possibilità al lettore di mettervi ‘del proprio’ e dargli di volta in volta delle sfumature di contenuto leggermente diverse, nei diversi periodi di maturazione del suo animo.

Delle poesie da leggere e rileggere, quindi, a distanza di tempo, per un’emozione sempre uguale ma caratterizzata da note sensoriali lievemente diverse che ne completano l’essenza.

Come ormai d’abitudine vi è un’introduzione alle poesie.

L’introduzione stavolta non è un dialogo, ma piuttosto un disegno, come di una strada ai cui bordi ci sono via via delle fermate.

In ciascuna di queste fermate, immaginabili come dei paesaggi diversi, è rappresentato un ventaglio di emozioni.

Ogni emozione tratteggia un particolare frammento della vita dell’autore e nel loro insieme tutti i pezzetti mostrati ne delineano l’identità emozionale al momento della composizione dei versi.

Un viaggio dentro un’anima quindi, ma anche, visto l’universalità delle emozioni espresse, un viaggio dentro l’essere umano.

Un viaggio che, a dispetto del titolo, riscalda l’animo e al contempo rappresenta pure un bilancio emotivo su cui soffermarsi per gettare le basi di ‘un seguito’ non meno impegnativo.

Un ‘secondo viaggio’ più consapevole e per questo più a misura dell’essere umano che lo compie.

 

INTRODUZIONE

L'estate è finita.

La stagione delle emozioni più forti e coinvolgenti i cui frutti colorati hanno sfamato gli animi.

Il loro profumo man mano si dissolve.

I fiori di gelsomino si richiudono per non aprirsi più.

Non è più tempo di tenere l'uscio aperto.

Le mattine sono frizzanti e pungenti.

Le nuvole si addensano all'orizzonte cariche di promesse gelide.

Un pettirosso fa capolino tra pensieri nostalgici e buie realtà.

E' tempo di rituffarsi nei rumori e negli odori delle strade delle vite che si è scelto, o che ci hanno scelto.

Non prima però, di tenere a mente quanto appena vissuto.

Magari sfiorando distrattamente le labbra con un dito, come per dare corpo ad un ultimo caldo raggio di sole; prima di un lungo sonno.

Le poesie che seguono rappresentano questo raggio, che riscalda l'animo e lo fa sussultare proprio come una luminosa e calda estate.

l'estate dell'anima fatta di scoperte, emozioni forti, mete irragiungibili da conquistare.

Ecco, come tutte le cose, anche quest'estate ha una fine, ma non è immediata.

Le parole dette, le persone incontrate, le mete raggiunte, faticano ad andarsene e lasciano un eco che rimbomba, ancora per un pò, ottundendo i nostri sensi.

e' ora di chiudere le pagine del nostro cuore per lasciare il posto ad un nuovo inizio.

Uguale , ma diverso.

Diverso per ognuno, ma fortunatamente non per tutti.



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