Poesia tratta dalla raccolta 'Sul finire dell'autunno': La sua luna.
- Giuseppe Amato
- 25 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 24 mar

LA SUA LUNA
Sempre lì.
Costante dei miei pensieri più bui.
Mondo sempre intorno,
mai raggiunto.
Ti miro e ti rimiro e tu indifferente a ricordarmi quel che vorrei scordarmi.
Non ci sono solo io, stanotte.
Tu sei li, senza di me.
Stasera più luminosa che mai.
A sorridere ai suoi sorrisi.
Io ti passo accanto, non alzo lo sguardo,
luce abbastanza non ho.
La tua illumina una lacrima.
Notte dopo notte.
Separata dai nostri cieli.
Giuseppe Amato
©2024 Tutti i diritti riservati, poesia soggetta a copyright.
LA SUA LUNA
COMMENTO DELL’AUTORE
Sempre lì.
Pensiero costante. Eterno, tanta l’intensità.
Costante dei miei pensieri più bui.
Nei momenti di maggiore sconforto è il pensiero cui si aggrappa per non andare a fondo: un rafforzativo di quanto appena detto.
Mondo sempre intorno, mai raggiunto.
È una figura femminile familiare alla voce narrante, ma mai conosciuta, mai diventata ‘sua’. Come potrebbe essere la luna…
Ti miro e ti rimiro
e tu indifferente
a ricordarmi quel che vorrei scordarmi.
E come la luna viene da lui osservata più e più volte rimandandogli proprio questa sensazione di meta irraggiungibile e distaccata dai suoi moti interiori. Pensiero che vorrebbe cancellare dalla mente per lo struggimento che gli provoca.
Che non ci sono solo io, stanotte.
Che non sono amanti. Continua l’accostamento dell’amata con l’astro celeste. Non esiste solo la luna e lui, ma c’è tutto un universo che li circonda entrambi e li separa.
Tu sei li, senza me.
Questa volta la immagina soltanto, irraggiungibile, come fosse di un altro.
Stasera più luminosa che mai.
E immagina che questo essere di un altro la renda felice, più delle altre volte. Come potrebbe essere la luna nella sua fase più luminosa… Come a regalarle una felicità che sa di non poterle dare.
A sorridere ai suoi sorrisi.
Come l’altra persona fosse il sole. E cioè il giusto compagno, continuando l’accostamento alla luna che nel buio della notte ne riflette i raggi. Colui che può darle quello di cui ha bisogno per essere al massimo del suo splendore.
Io ti passo accanto, non alzo lo sguardo, luce abbastanza non ho.
Si guarda dentro senza veli e si rende conto del perché non può essere lui quell’uomo.
La tua illumina una lacrima.
Questo pensiero gli provoca dolore. Lei a sua volta è per lui come il sole e cioè l’astro attorno a cui ruotare e che gli dona luce nei momenti bui.
Notte dopo notte.
Un dolore che non passa, un dolore sordo ma continuo.
Separata dai nostri cieli.
Accompagnato dalla certezza della loro diversa natura.